Si allarga il divario: il Nord ha messo a bando il 30% dei progetti e ne ha aggiudicati il 15%; Il Sud solo il 18 % e ne ha aggiudicati il 9% Sicilia maglia nera: 6 % di progetti aggiudicati.
La Sicilia non può permettersi di perdere i fondi strutturali europei, finora soltanto il 6 per cento dei progetti è stato aggiudicato, su una media nel Sud Italia del 9 per cento, che invece al Nord è del 15 per cento. Gran parte delle risorse disponibili è stata impegnata, ora è quindi necessario accelerare sul fronte della spesa certificata, dove invece si registrano ritardi enormi. Insomma, la “forbice” sembra vada allargandosi sempre di più, e questo va contro uno dei primi obiettivi del PNRR, ovvero sanare il divario tra le due “metà” del Paese.
La mancata messa a terra di questo fondamentale sostegno allo sviluppo dell’economia potrebbe avere un impatto significativo su vari settori, tra cui le infrastrutture, l’istruzione e l’occupazione: è quindi importante agire velocemente per garantire tutti i progetti che dovranno essere realizzati. Diventa prioritario il potenziamento della pubblica amministrazione a livello centrale e locale per focalizzare l’attenzione su obiettivi mirati, con un approccio concreto dove la qualità della spesa diventa fondamentale rispetto alla quantità.
Se ne è parlato stamattina nel corso della tavola rotonda – organizzata da Legacoop Sicilia – su “PNRR. Politica di coesione e fondi strutturali, ultima chiamata” alla Camera di Commercio di Palermo. “E’ un treno che non possiamo perdere, purtroppo vediamo una dinamica che non ci rassicura – ha spiegato il presidente nazione di Legacoop, Simone Gamberini – gli interventi sono concentrati su grandi infrastrutture nel Nord, c’è un problema di competenze nelle Pubbliche amministrazioni. Bisogna agire, concretamente e velocemente”.
I numeri non sono rassicuranti, come ha spiegato Paco Cottone, coordinatore del settore Produzione e Servizi di Legacoop Sicilia. “Il 75 per cento delle procedure di gara sono in ritardo, su 200 miliardi assegnati all’Italia, solo il 14 per cento è stato speso. I trasferimenti avvengono dalle amministrazioni centrali ai soggetti attuatori, ma appena le risorse arrivano alle gare, si va a rilento”.
La pubblica amministrazione non possiede le professionalità specifiche, soltanto il 54 per cento degli impiegati è diplomato e il 22 per cento laureato, numeri molto al di sotto della media europea. I dipendenti pubblici sono mal formati, mal pagati e anche pochi, non ce la possono fare, mancano 66mila competenze specifiche.
“Alle istituzioni è mancato il turnover. In Sicilia si festeggia una tratta ferroviaria a 86 chilometri orari quando in Italia si è arrivati a 350. È un esempio per capire che il PNRR è fondamentale per le infrastrutture, al Ponte penseremo poi” conclude Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia. Al convegno-dibattito sono intervenuti Nino Caleca, consulente della Commissione regionale Antimafia e componente CGA Sicilia; Giacomo D’Arrigo e Piero David, autori del libro “Next Generation EU e PNRR italiano”; Vincenzo Falgares per il Coordinamento dell’Autorità di Gestione del PO-FESR Sicilia; il segretario generale della Cgil siciliana, Alfio Mannino; Masino Lombardo, responsabile CulTurMedia Legacoop Sicilia e Catiuscia Marini, responsabile delle Politiche EU e PNRR di Legacoop Nazionale.