Politiche attive: Alleanza Cooperative, maggiore efficacia con interazione pubblico-privato; valorizzare l’autoimprenditorialità cooperativa

Roma, 10 novembre 2020 – È indispensabile attivare sin da subito nuovi e più efficaci strumenti di politiche attive in termini di ricollocazione, formazione, riqualificazione dei lavoratori -soprattutto pensando al momento in cui verrà meno l’attuale distorsione prodotta sul mercato del lavoro dal divieto dei licenziamenti- predisponendo misure che incentivino forme di mobilità volontaria (in grado di intercettare, eventualmente, anche un fabbisogno di ricambio generazionale sempre presente nel nostro Paese) e costruendo un’interazione pubblico-privato che migliori l’efficacia del sistema.

Ad affermarlo è Mauro Lusetti, Presidente dell’Alleanza delle Cooperative, anche a nome dei Copresidenti Maurizio Gardini e Giovanni Schiavone, al tavolo di confronto sulle politiche attive del lavoro con la ministra del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo.

“Il sistema pubblico -ha sottolineato Lusetti- evidenzia una perdurante debolezza: Garanzia Giovani e il reddito di cittadinanza dimostrano che gli ultimi investimenti per innovare i centri per l’impiego non hanno prodotto risultati soddisfacenti, rivelandosi, al contempo, troppo onerosi. Nessuno mette in dubbio la buona volontà di chi nei centri lavora; ad impedirne la corretta funzionalità è un impianto complessivo delle politiche attive che tiene fuori dal processo le imprese, che il lavoro lo creano, quasi fossero estranee al mondo che alimentano”.

Per questo, secondo l’Alleanza, occorre immaginare un’interazione pubblico-privato anche nell’ambito del processo di ricollocazione, per seguire il lato sia della domanda sia dell’offerta, anche attraverso il supporto delle agenzie private di somministrazione ed il coinvolgimento, nei processi di formazione e riqualificazione dei lavoratori, dei fondi interprofessionali, che andrebbero potenziati, ad esempio eliminando il prelievo forzoso che grava da anni sulle risorse loro dedicate.

“Accanto alla formazione continua dei lavoratori -ha aggiunto Lusetti- si dovrebbe fare leva su un maggiore orientamento verso percorsi di autoimprenditorialità, soprattutto nella forma cooperativa, sia potenziando le esperienze di Workers buyout, sia rafforzando l’erogazione maggiorata, in un’unica soluzione anticipata, di strumenti di sostegno al reddito (NASpI o reddito di cittadinanza) se utilizzati dai beneficiari per acquisire quote di capitale sociale di una cooperativa. Senza trascurare l’opportunità di rafforzare il servizio civile universale, che si qualifica a pieno titolo tra gli strumenti concreti di politica attiva considerando l’elevato tasso di occupabilità dei giovani che hanno fatto questa esperienza, e di ampliare la platea dei beneficiari dell’assegno di ricollocazione”.

Infine, il ruolo cruciale di banche dati e sistemi informativi se in grado di raccogliere in tempo reale le vere esigenze del mercato del lavoro, dove un gap anche di soli sei mesi nella determinazione dei fabbisogni occupazionali rappresenta un abisso. “In questo contesto -ha concluso Lusetti- è necessario ripensare il ruolo di Anpal, che ad oggi appare ancora un progetto incompiuto”.

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