Il cammino come strumento di riflessione, di inclusione, di accoglienza, ma anche come attività socialmente utile in cui collaborazione, fiducia e condivisione sono le parole chiave. È l’estrema sintesi di “Riprendere il cammino”, il progetto della Cooperativa sociale CADIAI di Bologna dedicato alle ragazze e ai ragazzi in messa alla prova. Progetto premiato il 29 novembre nella sezione Diritti e Doveri del Premio Innovatori responsabili 2023 della Regione Emilia-Romagna con la Menzione:
“Un ambizioso progetto che non ha paura di contrastare l’impatto costrittivo delle detenzioni con l’impatto opposto della libertà, più evidente e forte, nel cammino: un percorso fisico e sfidante dove la meta è la comunità e il reinserimento al suo interno”.
La targa è stata consegnata – nel corso dell’evento che si è svolto alla Fondazione Golinelli di Bologna – alla Presidente CADIAI, Giulia Casarini, da Fausto Sacchelli di Asvis, membro della giuria.
“Riprendere il cammino” è un progetto sperimentale di inclusione sociale per minori e giovani adulti realizzato dalla Cooperativa bolognese con la collaborazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Bologna, della Fondazione Sportfund Onlus, dell’USSM (Ufficio Servizi Sociali Minori del Dipartimento di Giustizia) e con il supporto della Fondazione del Monte.
«La messa alla prova è uno strumento previsto dalla normativa per il reinserimento sociale di minori e neo maggiorenni, alternativo ai percorsi giudiziari tradizionali, che sono sospesi a favore di un percorso di prova la cui finalità è di responsabilizzare i giovani imputati – sottolinea la Presidente CADIAI –. Nel nostro progetto abbiamo pensato al cammino, anzi al “riprendere il cammino”, come metodologia pedagogica ed educativa volta ad un’esperienza di crescita, di confronto e di utilità sociale attraverso il volontariato con persone con disabilità. Un contesto accogliente in cui riflettere su sé stessi, misurarsi con gli altri e dare il proprio contributo, declinato in un ambito specifico, quello sportivo, che per noi è uno spazio di realizzazione e autodeterminazione di ciascun individuo, indipendentemente dalle proprie abilità o situazioni sociali».
Obiettivo del progetto è stato, infatti, quello di unire l’attività socialmente utile prevista dalla messa alla prova alla presenza nel gruppo di educatori/educatrici professionali formati ad hoc, utilizzando il cammino stesso e lo sport – il Nordic Walking – come veicoli e punti di incontro tra i ragazzi in messa alla prova, i ragazzi con disabilità e gli educatori/educatrici.
Il progetto ha coinvolto ragazzi in messa alla prova, educatori professionali CADIAI, tirocinanti dell’Università di Bologna. Diverse le attività svolte, a partire dalla formazione con incontri per gli educatori e i tirocinanti tenuti dall’Università, da pedagogisti CADIAI, da Sportfund e dall’Arma dei Carabinieri. Il percorso è poi proseguito con una prima uscita conoscitiva nel Parco di Villa Angeletti e altre nei parchi bolognesi (Talon, Cedri, Angeletti) in accompagnamento a ragazzi con disabilità. Il passo successivo è stato un’intera giornata sull’Appennino. Il progetto si è concluso con un cammino finale della durata di 2 giorni sulle Dolomiti.
«L’esperienza è stata senza dubbio positiva – conclude Casarini – con risultati anche tangibili come l’entusiasmo nel raccontare il percorso fatto e il desiderio di continuare a frequentare le uscite di Nordic Walking come volontari e a sostenere i coetanei con disabilità nei percorsi o fare l’educatore alla pari e frequentare un corso da istruttore di Nordic Walking. Per questo siamo molto contenti del riconoscimento ricevuto e crediamo sia necessario andare avanti allargando il progetto e ampliando le attività».