Pubblicato l’avviso pubblico per accedere al recupero e alla valorizzazione dei beni confiscati alla mafia

Pubblicato dall’Agenzia per la Coesione l’avviso pubblico per i progetti di recupero, ri-funzionalizzazione e valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata presenti nelle regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, molise, Puglia, Sardegna e Sicilia). Lo ha reso noto il ministro per il Sud e la Coesione territoriale con un comunicato pubblicato sul suo sito.

Il bando si occupa di finanziare opere di demolizione e ricostruzione, ristrutturazione e/o adeguamento dei beni, in modo da essere restituiti alla collettività, ed è rivolto a tutti gli Enti Territoriali del Sud anche in associazione tra loro. L’unico vincolo è che le opere devono avere una destinazione istituzionale, sociale o economica.

La domanda per partecipare al bando dovrà essere presentata entro le 12 del 24 gennaio 2022 tramite il sito internet messo a disposizione dall’Agenzia per la Coesione territoriale. Insieme al modello di domanda occorre allegare anche il modello di presentazione del progetto proposto e i relativi documenti richiesti dal bando in merito alla destinazione, all’iscrizione nel patrimonio indisponibile e alle caratteristiche del bene confiscato.Inoltre, le domande saranno accettate fino ad esaurimento risorse.

A questo proposito, sono stati stanziati 300 milioni di euro, di cui 250 milioni sono riservati ai progetti selezionati tramite il bando mentre gli altri 50 milioni saranno utilizzati per individuare altri progetti che richiedono l’intervento di più soggetti. L’obiettivo finale è quello di realizzare almeno 200 interventi di valorizzazione.

Ogni progetto può ricevere un massimo di 2,5 milioni di euro di finanziamento. L’opera di valorizzazione può essere anche cofinanziata da altre risorse nazionali o dal soggetto proponente, ma per costi che siano differenti da quelli finanziati dal PNRR. Nel momento in cui i lavori vengono avviati con una diversa copertura finanziaria, il proponente dovrà rinunciare al finanziamento. ll relativo finanziamento copre anche le spese per i lavori avviati a partire dal primo febbraio 2020.

Per quanto riguarda l’erogazione, è previsto un anticipo del 15% del finanziamento complessivo, seguito da pagamenti intermedi pari al 10% del totale. Infine, sarà erogato il saldo del 10% dopo il certificato di ultimazione dei lavori.

In merito alla valutazione dei progetti, questa avverrà tramite precisi criteri che hanno un peso differente nell’assegnazione del punteggio: nella graduatoria finale saranno premiati con un punteggio aggiuntivo i progetti che puntano a realizzare centri antiviolenza per donne e bambini, case rifugio o anili nido/micronido all’interno del bene confiscato.

I lavori dovranno essere affidati entro il 30 giugno 2023 e per i progetti di importo fino a 600.000 euro dovranno concludersi entro il 30 giugno 2025, mentre i lavori di importo superiore avranno tempo fino al 30 giugno 2026. Le scadenze sono state istituite per rispettare quelle legate al PNRR, nel caso in cui non venissero rispettate, la Commissione europea non trasferirà all’Italia le risorse previste.

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