​Quattro fact-checking sulla nuova legge di bilancio

Con un mese di ritardo rispetto alla prima approvazione di Palazzo Chigi del 18 ottobre, la legge di Bilancio per il 2021 è stata trasmessa alla Camera, il ramo del Parlamento da cui comincerà l’esame. Il testo della manovra è stato rivisto e riapprovato dal Consiglio dei ministri lunedì 16 novembre.

Nel comunicato stampa di Palazzo Chigi si specifica che l’«impianto complessivo» del provvedimento «sotto il profilo finanziario è rimasto invariato» rispetto a quanto approvato un mese fa dallo stesso Consiglio dei ministri con la formula “salvo-intese”.

La legge di Bilancio per il 2021 varrà in totale 38 miliardi di euro, di cui 24 circa in deficit. Il disegno di legge – come ogni manovra – è complesso, conta 229 articoli e interviene su una varietà di temi che vanno dal fisco alla sanità, dalla scuola al turismo, dall’ambiente alla pubblica amministrazione e molti altri ambiti.

Abbiamo verificato quattro dichiarazioni su quattro norme diverse contenute nel provvedimento, che rappresentano quindi solo una piccola parte delle oltre 200 misure di cui si compone.

Lavoro, cinema, sgravi fiscali e ambiente. Vediamo insieme se è vero quello che rivendicano o contestano quattro politici di tre diverse forze politiche (Movimento 5 stelle, Partito democratico e Fratelli d’Italia).

Assunzioni under 35 e donne

«Con la Legge di Bilancio 2021 diamo il via al 100 per cento di sgravi fiscali per tutte le imprese che assumono donne e giovani under 35» – Vita Martinciglio, deputata del Movimento 5 Stelle, 18 novembre

In una nota alla stampa del 18 novembre, la deputata del Movimento 5 stelle Vita Martinciglio ha riportato un’informazione corretta su una delle misure della manovra appena varata.

All’articolo 4 il disegno di legge stabilisce (pag. 8) infatti che il datore di lavoro, nel 2021 e nel 2022, potrà godere di un esonero al 100 per cento sui contributi previdenziali per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato dei lavoratori under 35. Lo sconto (per un massimo di 6 mila euro all’anno) varrà di base per non più di tre anni, estesi a quattro anni nelle regioni del Sud: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna.

Potranno però ottenerlo solo i datori di lavoro che nei sei mesi prima non abbiano licenziato lavoratori con la stessa qualifica del neo-assunto (anche per giustificato motivo) o siano intervenuti con licenziamenti collettivi. Chi usufruisce dell’esonero non potrà licenziare (nello specifico, sempre «lavoratori con la stessa qualifica») per i nove mesi successivi alla nuova assunzione su cui si gode dello sconto fiscale.

All’articolo 5, lo stesso esonero contributivo, con la stessa durata, viene riconosciuto (pag. 9) per le assunzioni a tempo indeterminato delle «lavoratrici donne» senza limiti d’età.

Un fondo per le politiche attive

«Favorire la transizione occupazionale con il potenziamento delle politiche attive del lavoro e il percorso di riforma degli ammortizzatori sociali, al quale sta lavorando il ministro Catalfo. È l’obiettivo del Fondo da 500 milioni di euro, inserito nella manovra di Bilancio 2021, varata due giorni fa dal Consiglio dei Ministri» – Valerio Romano, senatore del Movimento 5 stelle, 18 novembre

Rimanendo sul capitolo lavoro, anche Romano (M5s) ha detto correttamente – in una nota del 18 novembre – che la legge di Bilancio ha previsto un Fondo da 500 milioni da destinare alle politiche attive del lavoro e alla riforma degli ammortizzatori sociali (disoccupazione, cassa integrazione, ecc.). Queste risorse si trovano all’articolo 57 (pag. 33) e più precisamente prendono il nome di “Fondo per le politiche attive”. Sarà a disposizione del Ministero del Lavoro, che con un decreto attuativo dovrà definire nel dettaglio le misure su cui i 500 milioni verranno spesi.

Nello stesso articolo del provvedimento leggiamo che il Fondo debba essere destinato, nello specifico, a «misure relative alle politiche attive rientranti tra quelle ammissibili dalla Commissione europea nell’ambito del programma React Eu». React Ue è il programma che aggiunge 55 miliardi di euro ai fondi strutturali europei già previsti dal Bilancio 2021-2027. All’Italia andranno 13,5 miliardi da questa fonte di finanziamento e potranno essere dedicati al sostegno dell’occupazione.

Sul sito della Commissione europea si parla di finanziamenti aggiuntivi per i settori più importanti, «investimenti per sostenere il mantenimento dell’occupazione, anche attraverso regimi di riduzione dell’orario lavorativo e aiuti ai lavoratori autonomi» e «misure per la creazione di posti di lavoro e a favore dell’occupazione giovanile, ai sistemi sanitari e al finanziamento del capitale circolante e degli investimenti delle piccole e medie imprese».

Il Fondo Cinema

«Con la legge di Bilancio le risorse del fondo cinema aumentano di 240 milioni, passando a 640 milioni totali l’anno» – Dario Franceschini, ministro per i Beni culturali e per il Turismo, intervista a Il Sole 24 ore, 19 novembre

Il 19 novembre, in un’intervista al Sole 24 ore, il ministro per i Beni culturali e per il Turismo Dario Franceschini ha detto che il fondo cinema è stato aumentato con la legge di Bilancio di 240 milioni di euro, passando da 400 a 640 milioni l’anno.

Le cifre sono esatte e sono riportate all’articolo 97 (pag. 47). Il Fondo, salito a 640 milioni, ha un funzionamento particolare che lo rende quasi una forma di auto-finanziamento del settore.

Il meccanismo prevede infatti (art. 13 della legge n. 220 del 14 novembre 2016) che le risorse debbano essere pari all’11 per cento delle entrate incassate dal bilancio dello Stato, registrate nell’anno precedente, che derivino dai versamenti Ires e Iva nei settori della distribuzione cinematografica e televisiva e nelle telecomunicazioni. Con la prossima legge di Bilancio si stabilisce quindi che questa cifra non possa comunque essere inferiore a 640 milioni di euro.

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FONTE: https://pagellapolitica.it pubblicato il 19 novembre 2020

 

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