A un anno esatto dalla devastante alluvione che colpì la Romagna, gli eventi climatici estremi tornano a incutere paura nei campi. Martedì 15 maggio una violenta grandinata e piogge torrenziali hanno causato ingenti danni alle colture e impianti agricoli. Il rapporto sui danni delle cooperative agricole braccianti (Cab) della provincia di Ravenna è in evoluzione, perché purtroppo le previsioni meteo per le prossime ore non sono positive.
La Cab Terra è stata la più colpita, in particolare nella zona nord-ovest di Ravenna, che include le località di Santerno, Piangipane, Camerlona e Sant’Antonio. Almeno 800 ettari di terreno sono stati travolti da acqua e grandine, con le produzioni di pesche, pere e pomodori completamente azzerate. Anche le vigne, i cereali e la cicoria sono state compromesse. Si stima un danno complessivo alle produzioni di circa un milione di euro, con conseguenti impatti occupazionali negativi nel settore ortofrutta.
Agrisfera, pur non avendo subito la grandine, sta valutando l’impatto delle piogge intense su pomodori e cereali allettati. La Cab Fusignano ha avuto forti danni da vento e pioggia, che hanno steso a terra il grano duro e l’orzo; l’entità è in fase di valutazione.
Anche la Cab Bagnacavallo ha subito perdite su circa il 25% delle produzioni nei 300 ettari colpiti, con la grandine su pesche e albicocche verso Villa Prati e Boncellino, mentre il grano risulta allettato. Una valutazione più precisa sarà possibile solo dopo il ritiro dell’acqua. Cab Campiano ha riportato a sua volta una situazione negativa, con la produzione peschicola probabilmente da destinare a scarto e danni su pomodori e grano che devono ancora essere completamente valutati. In questo caso sono stati interessati circa 27 ettari di terreno.
«Di fronte al cambiamento climatico — dice il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi — gli agricoltori sono in prima linea. Il settore è già provato dalle avversità climatiche degli ultimi anni e dalla lentezza con cui si sta muovendo la macchina dei ristori. Le assicurazioni stipulate in autonomia non bastano. Mai come in questo momento servono risposte certe e veloci da parte del Governo. La scienza ci dice che questi fenomeni sono ormai da considerare strutturali: le misure tampone non bastano, serve un sostegno stabile per intervenire con le misure necessarie a difesa delle produzioni».