Revisione del Codice dei beni culturali, audizione di LpS in Senato

Roma, 16 aprile 2025 – “Non possiamo dimenticare che le norme che si intende modificare o integrare sono poste a tutela del paesaggio, un bene pubblico di primaria importanza, tanto da godere di specifica protezione costituzionale”. Queste le parole di Daniele Branca, responsabile ufficio legislativo Legacoop produzione e servizi, durante l’audizione di mercoledì 16 aprile nelle commissioni riunite Cultura e Ambiente del Senato riguardo al disegno di legge di Roberto Marti (Lega) con delega al governo per la revisione del Codice dei beni culturali e del paesaggio riguardo alle procedure di autorizzazione paesaggistica (S. 1372) che i gruppi di lavoro esaminano in sede referente e in prima lettura.

Nel dettaglio, l’articolo 2 del disegno di legge, ha ricordato il rappresentante di Legacoop, prevede che, nell’ambito del procedimento di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica ordinaria e dell’accertamento di compatibilità in sanatoria, decorso il termine per la formulazione del parere da parte della soprintendenza, si applichi il meccanismo del silenzio-assenso: “Richiamiamo però l’attenzione sulla necessità di un coordinamento con l’articolo 146 del Codice dei beni culturali, che già disciplina il silenzio-assenso in materia paesaggistica. Riteniamo che i provvedimenti amministrativi e i pareri in particolare debbano essere espressi, non taciti, salvo eccezioni”. Questo perché, secondo Branca, un parere espresso contribuisce maggiormente alla certezza e all’affidamento del privato, anche nell’ottica dell’eventuale successivo potere di intervento dell’amministrazione, che resta comunque intatto: “Il suggerimento che ci sentiamo di dare, quindi, è quello di verificare che i tempi previsti per l’espressione dei giudizi siano compatibili con la complessità delle valutazioni richieste all’amministrazione”. 

“Venendo ad altri aspetti, alcune disposizioni del disegno di legge regolano situazioni in cui il parere della soprintendenza diventa non vincolante, creando così una disciplina differente rispetto a quella prevista per le autorizzazioni paesaggistiche ordinarie. Ad oggi, infatti, il parere della soprintendenza è obbligatorio, e diventa non vincolante solo all’esito dell’approvazione delle prescrizioni d’uso dei piani paesaggistici regionali” ha dichiarato il responsabile dell’ufficio legislativo di Legacoop. Questa differenza, ha evidenziato, è giustificata solo in assenza di prescrizioni specifiche, “la tutela del paesaggio richiede valutazioni puntuali e complesse, che solo la soprintendenza può garantire. Riteniamo quindi opportuno mantenere la natura vincolante di questi pareri”.

Un ulteriore punto critico che ha sottolineato Branca è rappresentato dalla possibilità di escludere dall’autorizzazione paesaggistica alcuni interventi in aree vincolate, tra cui:

  • interventi di edilizia libera soggetti a CILA (Comunicazione di inizio lavori asseverata);
  • opere di edilizia libera soggetti a SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), purché l’aumento volumetrico non ecceda il 20%.

“Queste previsioni appaiono quantomeno dubbie, poiché l’edilizia libera, per definizione, non necessita di titoli di costruzione. La formulazione troppo generica rischia di legittimare interventi eseguiti senza alcuna autorizzazione, nemmeno semplificata, sottraendoli alla tutela di legge, anche qualora fossero impattanti” ha affermato il rappresentante di Legacoop.

In conclusione, Branca ha evidenziato un altro problema legato al criterio di delega previsto dall’art. 1,  che escluderebbe il parere della soprintendenza per gli interventi di lieve entità oggi sottoposti a procedura semplificata, attribuendoli esclusivamente agli enti locali previa verifica di conformità al piano paesaggistico regionale: ”Solo poche regioni italiane hanno adottato questi piani, e ancora meno hanno provveduto a coordinare urbanisticamente i propri strumenti. Inoltre, molti comuni non dispongono di personale tecnicamente preparato, in grado di svolgere le valutazioni specialistiche necessarie”.

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