A margine del primo incontro conoscitivo ed operativo tra il commissario alla ricostruzione dei territori alluvionati Francesco Figliuolo e le rappresentanza istituzionali, economiche e sociali del territorio che si è tenuto ieri a Conselice (RA), Legacoop Romagna ha consegnato a Figliuolo gli emendamenti al decreto “Ricostruzione” ed una serie di quesiti, che hanno l’obiettivo di essere un utile assist per il suo progetto di ricostruzione. Si tratta degli stessi documenti già presentati ai parlamentari romagnoli, in vista del prossimo dibattito parlamentare.
Sono due, in particolare, gli obiettivi che devono essere affrontati con grande celerità e che noi riteniamo il commissario Figliuolo debba considerare fra le priorità della propria agenda: le risorse ed i tempi.
Risorse: i 2,5 miliardi reperiti dal Governo ad oggi, tra l’altro ripartiti sul 2023/24/25, paiono totalmente inadeguati ad una situazione che evidenzia un danno al sistema territoriale ed a quello delle imprese della Romagna, pari a 9 miliardi di euro.
La Romagna, che da sempre è terra d’imprese e di grande equilibrio fiscale e tributario, merita di più, soprattutto per essere in grado di rendere concrete le promesse di risarcimento al 100% per cittadini ed imprese, fatte dalla Premier Giorgia Meloni.
Sarebbe quindi necessario sapere di poter contare immediatamente sui fondi per ora individuati dal Governo (spesso “raschiando” pericolosamente il barile dei ministeri romani ed anche affidandosi ad alcune scommesse), ma anche su quelli che l’Europa pare pronta a metterci a disposizione, come la presidente della Commissione UE Ursula Von Der Leyen ha dichiarato, visitando la Romagna.
E qui è evidente un problema. Il 25 luglio scadrà il termine per poter attingere al Fondo di solidarietà europeo per le catastrofi naturali, di cui la commissione europea, nella verifica di metà mandato, ha alzato la riserva per le emergenze da 1,2 a 1,7 miliardi. Inoltre, per il Fondo di solidarietà ci saranno 637 milioni, più un cuscinetto di altri 420 milioni e 60,5 destinati all’agricoltura. Infine, pare che il Parlamento europeo intenda richiederne ancora di più.
Sono tanti soldi “veri”, che non pesano sulle tasche degli italiani, destinati alle popolazioni colpite dai sempre più frequenti disastri climatici (in Emilia-Romagna, ma anche in Belgio ed in Germania l’anno scorso). Legacoop Romagna chiede: a che punto sono le richieste italiane per ottenerli? Quanta parte di questo fondo europeo sarà destinata alla Romagna?
Tempi: purtroppo non riusciamo a dimenticare le parole del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, il quale, non più tardi dell’8 giugno scorso – non smentendosi successivamente, purtroppo – ha parlato di “9 anni necessari alla ricostruzione della Romagna”.
Poiché riteniamo l’ipotesi di Musumeci irriguardosa e provocatoria per i romagnoli, al commissario Figliuolo, consapevoli che il suo sia un lavoro complicatissimo ed al quale andrà garantita grande continuità (senza le scadenze di un anno indicate nel D.L.), nei prossimi incontri previsti nel territorio forlivese, chiederemo di fare chiarezza su questo.
Legacoop Romagna propone la predisposizione di un Piano di ricostruzione in 3 fasi: quella da attuare entro l’autunno 2023 (per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua della Romagna e delle zone sommerse dall’alluvione di maggio, prima della prevedibile prossima stagione di rischio piogge); quella da programmare entro maggio 2024 (la riprogettazione del nostro sistema fluviale, stradale, infrastrutturale) e quella da concludere entro il maggio 2025, con la realizzazione delle opere previste.
Dirimente sarà anche l’efficientamento dell’iter di presentazione, istruzione e concessione dei contributi, che, in base alle previsioni del DL 88/23 (“Ricostruzione”), è in buona parte affidato al ruolo e alle competenze dei Comuni, di concerto con la struttura commissariale.