Rigenerazione urbana: idee e finanziamenti

Il tema è stato affrontato nel corso degli Stati Generali della Green Economy nel quadro di Ecomondo

Gli Stati Generali della Green Economy sono l’opportunità per fare il punto anche su una serie di argomenti che stanno a cuore in questo periodo a partire dalla rigenerazione degli spazi urbani nel prossimo futuro. Le città nel 2020 e la loro conformazione hanno ricevuto nel corso dell’anno un’attenzione costante e la richiesta di intervenire su funzioni, mobilità e edifici in modo che siano sempre più in un’ottica di circolarità, di scambio energetico in una visione di prossimità tra produttore e utilizzatore o di sovrapposizione di ruolo.

Nella sessione di lavoro sulla Rigenerazione urbana e le città che si è tenuta all’interno degli eventi degli Stati generali sulla Green Economy della fiera Ecomondo, molti sono stati gli spunti di riflessione su come le città possano svolgere un ruolo di protagonista nel sistema  di benessere psico-sociale, di scambio economico e di protezione della salute dei cittadini.

Massimo Sabatini, direttore generale dell’Agenzia per la coesione territoriale, ha ripreso il tema di come finanziare i processi di rigenerazione urbana attraverso un percorso complementare tra il fondo europeo Next Generation e gli interventi di medio e di lungo periodo europei. Tutto ruota intorno al tema della resilienza, ma in modo coerente e complementare rispetto agli obiettivi specifici europei. In questo senso buona parte dei finanziamenti passerà attraverso due tipi di misure di investimenti strutturali (Fondi FESR). Parliamo del sostegno alla ripresa tramite lo strumento REACT-EU che fornisce un aiuto immediato e diretto alle economie degli Stati membri in relazione ai mercati del lavoro, all’assistenza sanitaria, alle PMI e agli investimenti necessari per permettere le transizioni green e digitali. A questo strumento su aggiunge un sostegno specifico per gli investimenti e le riforme di medio-lungo periodo con l’obiettivo di migliorare la produttività e la resilienza delle economie degli Stati membri e che permetteranno di superare i divari strutturali attuali. Il Programma Nazionale Città Metropolitane (PON Metro) sarà riconfermato per 14 città metropolitane italiane tra le quali Milano, Torino, Venezia, Bologna Genova, Firenze, Roma Napoli, Messina, Bari, Reggio Calabria, Catania, Palermo e Cagliari.

Le aree potranno attivare investimenti negli ambiti ambientali partendo dall’esperienza già realizzata in materia di efficienza energetica e di mobilità sostenibile.

Inoltre particolare attenzione sarà rivolta agli obiettivi di rafforzamento delle risposte ai cambiamenti climatici, alla prevenzione dei rischi e alla transizione delle aree verso un’economia circolare con start-up anche di nuove realtà imprenditoriali. Piani di integrazione urbana che sono trasversali sono stati già finanziati nel periodo 2014-2020 con circa 859 milioni di euro che vanno a supportare strategie complessive e trasversali. Nel periodo 2021-2027 a questi temi soprattutto di carattere energetico e collegato con le mobilità sostenibili, saranno dedicati 1 miliardo e 600 milioni circa dati alle Regioni affinchè investano sulle aree urbane di medie dimensioni in modo da creare una transizione veloce perchè il territorio italiano si evolva verso un assetto articolare e di sistema effettivamente efficace ed efficiente.

A questo si aggiungono le opportunità della programmazione nazionale data dal Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027 in cui il piano strategico è dato dal Piano Sud 2030 e infine gli interventi saranno sostenuti anche dal Piano per la Ripresa e la Resilienza Nazionale (PNRR).

A questo intervento si sono poi aggiunte le testimonianze di ricerca a livello nazionale e internazionale e in particolare il professor Fabrizio Tucci, professore ordinario all’Università Sapienza di Roma e responsabile del progetto Green City Network, ha portato il caso di studio internazionale dell’ecoquartiere di Prairie-Au-Doc di Nantes in Francia. Questo quartiere è un caso esemplare in cui gli investimenti sono stati rivolti a creare un quartiere con differenti funzioni in un mix che da la possibilità di creare processi di riqualificazione pubblica con abitazioni che sono state create in spazi ex industriali e quindi con un consumo di suolo pari a zero. Si è ripreso un progetto di creazione di mobilità dolce con trasporti pubblici e privati di tipo elettrico e con spazi dedicati unicamente a piste ciclopedonali. Al centro del progetto è stato posto un progetto di efficienza energetica nelle nuove abitazioni insieme ad un nuovo e fondamentale utilizzo delle acque del fiume che attraversa Nantes e che dava in passato problemi di esondazioni frequenti.

In questo senso dunque si può ritrovare in questo quartiere quegli elementi che con gli investimenti e i fondi europei sopra descritti possano essere anche diffusi nel territorio urbano italiano.

FONTE https://www.siderweb.com/ pubblicato il 4 novembre 2020 a cura di Maria Luisa Venuta

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