Riprogrammazione fondi europei: dove vanno le risorse liberate per l’emergenza Covid-19

La riprogrammazione dei Programmi operativi cofinanziati dai fondi europei si colloca nell’ambito dei pacchetti Coronavirus Response Investment Initiative (CRII) e CRII Plus, con i quali la Commissione europea ha previsto un uso più flessibile delle risorse della Politica di Coesione per sostenere i settori più esposti alla pandemia e coprire interventi urgenti collegati alla crisi del Covid-19, dall’assistenza sanitaria alle PMI, dalla didattica online al mercato del lavoro.

Il primo blocco di accordi di riprogrammazione tra il Ministero per il Sud e le amministrazioni responsabili dei fondi europei è stato definito tra la primavera e l’inizio dell’estate ed è stato approvato a luglio dal CIPE, sbloccando risorse per 10,4 miliardi di euro destinati alle misure collegate all’emergenza Covid-19.

La Toscana e l’Emilia-Romagna sono state le prime regioni italiane a ottenere il via libera di Bruxelles alla riprogrammazione dei fondi europei, inizialmente 30 milioni di euro del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) riorientati su agevolazioni a sostegno del tessuto imprenditoriale e sulla ricerca di innovazioni per facilitare l’uscita dalla fase di lockdown, e poi, rispettivamente, 260 milioni di euro per l’emergenza sanitaria e 168 milioni per il sostegno alle imprese.

Bruxelles approva riprogrammazione POR Emilia-Romagna, Calabria e Liguria

L’Emilia-Romagna è tornata nuovamente a modificare il POR FESR, per dirottare 190 milioni di euro sul potenziamento della sanità regionale, in particolare per coprire l’acquisto di attrezzature mediche e dispositivi di protezione e per aumentare la capacità di effettuare test. Insieme a questa riprogrammazione, la Commissione europea ha approvato le modifiche ai POR di Calabria e Liguria, per un totale di quasi 737 milioni di fondi europei mobilitati in risposta alla pandemia.

La modifica del Programma plurifondo FESR FSE della Calabria vale in tutto 500 milioni di euro, di cui:

  • 140 milioni destinati al settore sanitario,
  • 180 milioni per il sostegno delle PMI,
  • 100 milioni per la promozione dell’occupazione, attraverso ammortizzatori sociali e strumenti di conciliazione fra lavoro, formazione e cura dei minori,
  • 45 milioni per la didattica a distanza,
  • 35 milioni per il sociale, dagli aiuti alimentari ai servizi di cura per le persone in condizione di fragilità aggravata dalla crisi.

La Liguria, invece, libera 46,9 milioni di euro allocati su altre misure per finanziare, oltre al rafforzamento del sistema sanitario, una serie di interventi a supporto delle PMI, in forma di sovvenzioni, capitale circolante e garanzie supplementari tramite il Fondo nazionale di garanzia.

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FONTE: https://www.fasi.biz/ pubblicato il 27 novembre 2020

 

 

 

 

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