Ristorazione collettiva, l’appello delle parti sociali: inserire prioritariamente nel piano vaccinale anti covid-19 i 96mila addetti al servizio di preparazione e somministrazione pasti negli ospedali, nelle strutture socio assistenziali e nelle scuole

Roma, Milano 15 febbraio 2021 – Inserire prioritariamente nel piano vaccinale anti Covid-19 definito dal Ministero della Salute i lavoratori operanti nel settore della Ristorazione collettiva che quotidianamente assicurano il servizio di preparazione e somministrazione dei pasti nonostante le evidenti condizioni di rischio in particolare negli ospedali, nelle strutture socio-assistenziali e nelle scuole.

È la richiesta congiunta che le Parti Sociali firmatarie della contrattazione nazionale di settore, le associazioni imprenditoriali Angem, Alleanza delle Cooperative Italiane (Legacoop Produzione e Servizi, Confcooperative Lavoro e Servizi, AGCI-Servizi) e le Organizzazioni Sindacali Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs, hanno rivolto alle istituzioni e agli organi competenti e che sono contenute in un Protocollo di Intesa. Nel comparto operano circa mille imprese, per un totale di 96mila lavoratrici e lavoratori; a regime il settore distribuisce annualmente oltre 1 miliardo e mezzo di pasti nelle scuole, negli ospedali, nelle strutture socio assistenziali, nelle aziende, nelle caserme, nelle università, nelle amministrazioni pubbliche per un mercato del valore di circa 6 miliardi di euro. 

L’emergenza epidemiologica ha comportato una perdita dei ricavi di circa 1/3 rispetto al 2019. Nel prendere atto del “perdurare della gravissima situazione causata dall’emergenza epidemiologica e delle ripercussioni della crisi sul tessuto imprenditoriale e per evitare l’innescarsi di un fenomeno depressivo dovuto alla perdita di decine di migliaia di posti di lavoro”, le Parti Sociali ritengono che “la vaccinazione contro il Sars-Cov2/Covid-19 sia lo strumento utile a garantire l’esercizio delle attività di ristorazione collettiva in piena sicurezza sia con riferimento agli addetti coinvolti, sia riguardo alla generalità della popolazione, anche a tutela dei soggetti che non possono essere ancora vaccinati”. Le Parti Sociali sottolineano inoltre che “in ragione della natura delle attività, il ricorso al lavoro agile è possibile solo per alcune attività amministrative e gestionali ed un numero limitato di casi”. A questo proposito nella fase emergenziale le Parti Sociali hanno sottoscritto intese in materia di regolamentazione delle misure per il contrasto e definito Avvisi Comuni per il contenimento dell’epidemia negli ambienti di lavoro e per il sostegno alle imprese anche finalizzate alla riapertura in sicurezza delle attività, per garantire spazi di accesso idonei ad accogliere utenti e consumatori. 

Fondamentale in fase emergenziale anche il supporto della bilateralità settoriale con lo stanziamento di risorse dedicate al sostegno delle imprese e delle lavoratrici e dei lavoratori del settore attraverso i fondi di assistenza sanitaria integrativa sono state inserite misure per la diagnosi del Covid e per assicurare assistenza durante la quarantena e il ricovero ospedaliero nonché per il rimborso del vaccino antinfluenzale. Al fine di mitigare gli effetti dell’emergenza e, visto il perdurare della grave situazione epidemiologica causata da Covid-19, le Parti Sociali, auspicano la più alta partecipazione possibile di tutti i lavoratori operanti nel settore al piano vaccinale in corso, attivandosi all’interno delle Aziende e tra gli stessi operatori nella promozione di campagne di informazione e sensibilizzazione finalizzate alla vaccinazione contro Covid19.

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