“Il governo sta lavorando anche su dei ristori che saranno introdotti nei prossimi provvedimenti e riguarderanno il calo del fatturato, non più su un mese come era stato fatto nel decreto rilancio ad inizio pandemia, quindi calo del fatturato aprile su aprile, ma sul periodo più ampio, quasi su tutto l’anno, in modo da calibrare ancora meglio gli aiuti verso quelle imprese che hanno effettivamente subito i cali di fatturato a causa della pandemia”. Lo ha annunciato il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe L’Abbate, durante il question time in commissione Agricoltura della Camera, in risposta all’interrogazione di Anna Lisa Baroni (FI), sulle iniziative a sostegno del prezzo delle carni suine. Con riferimento al quesito specifico dell’atto, e quindi riguardo alle disposizioni del decreto interministeriale del 6 agosto 2020 del Mipaaf sui nuovi obblighi di etichettatura sull’origine carni suine, ha chiarito che l’entrata in vigore del decreto è stata posticipata al 31 gennaio 2021, confermando inoltre che i prodotti già etichettati con etichette non conformi potranno essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte. In aggiunta, L’Abbate ha annunciato di aver proposto, in accordo con il ministro della Salute la ministra Bellanova, un decreto-legge per l’adozione di un Piano nazionale, come sommatoria di piani regionali di gestione e controllo delle popolazioni di cinghiali, con le finalità di prevenire la diffusione della peste suina. La bozza di norma proposta, ha spiegato il sottosegretario, non introduce nuove forme di contenimento, ma la semplice applicazione, in via preventiva, delle disposizioni che esistono già, con l’obiettivo di ridurre il rischio contagio. In risposta al sottosegretario, la deputata ha definito “ampiamente insufficienti” gli interventi messi in atto dal governo, auspicando la convocazione urgente di un tavolo, coinvolgendo gli tutti gli attori della filiera produttiva interessata, per tenere fermo il prezzo delle carni suine, in misura sufficiente a coprire i costi di produzione.
Nel corso della stessa seduta, L’Abbate ha risposto all’interrogazione di Monica Ciaburro (FdI) sulle iniziative a tutela dei prodotti Made in Italy. In merito ha ricordato che il 14 settembre 2020 è stato firmato un Accordo fra UE e Cina per la reciproca registrazione e protezione delle indicazioni geografiche: si tratta del primo documento in materia di proprietà intellettuale con il Paese asiatico e permetterà di registrare reciprocamente, al momento della sua entrata in vigore, 100 indicazioni geografiche, aumentate dopo 4 anni da detta data, seguendo sempre l’approccio dello stesso numero di IIGG. Successivamente, ha aggiunto, si potrà ulteriormente incrementare l’ampiezza delle liste allegate, per la reciproca protezione. Concluso dopo 10 anni di negoziati, ha continuato il rappresentante del Mipaaf, “rappresenta un successo per entrambe le Parti e una grande opportunità per lo sviluppo delle nostre aree rurali per presentare e valorizzare, anche all’estero, il meglio della propria produzione” ma, ha aggiunto, “il successo di ogni intesa risiede nella sua attuazione: in questo senso la protezione delle indicazioni geografiche dovrà riguardare il mercato reale e soprattutto il sempre più fiorente mercato on line“. In quest’ottica, L’Abbate ha ricordato che da ormai quattro anni è in corso una collaborazione tra Alibaba e l’ispettorato per la qualità e la repressione delle frodi ICQRF, e che l’Italia è l’unico Paese europeo che ha già registrato nelle piattaforme del gruppo Alibaba tutti i 26 prodotti DOP/IGP ricompresi nell’accordo stesso. La deputata Ciaburro si è detta però insoddisfatta della risposta del sottosegretario, sottolineando come il fenomeno dell’Italian Sounding nel mondo valga oltre 100 miliardi di euro, con un aumento record negli ultimi anni, con almeno 600 prodotti italiani imitati nei mercati asiatici. In quest’ottica, ha ritenuto da parte dell’Italia e dell’Europa l’apertura di trattative con la Cina senza prevedere adeguate misure sanzionatorie.