Fondi strutturali europei, l’audizione del ministro per il Sud Carfagna al Senato: 29,3 mld da rendicontare entro il 2023. Nuova programmazione dovrà contenere correttivi sostanziali

Al 28 febbraio 2021, gli impegni ammessi dei diversi POR (programmi operativi regionali) e dei PON (programmi operativi nazionali) rappresentano il 77,4% del totale (pari a 39,1 miliardi), mentre la percentuale dei pagamenti è del 47,2% (pari a 23,8 miliardi). Questi i dati forniti oggi dal ministro per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, nel corso dell’audizione presso la commissione Politiche Ue del Senato sull’affare assegnato sull’utilizzo dei fondi strutturali e d’investimento europei e la capacità di spesa e raggiungimento degli obiettivi (n. 426).

C’è un andamento disomogeneo, ha spiegato il ministro, tra le regioni e i diversi programmi operativi nazionali in termini di pagamenti: con riferimento ai PON, si va dal 75,7% al 18,2%; per le regioni, dal 72% al 23,2%; per i POR finanziati con il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale), si va dal 72,2% al 31%. Dei 23,8 miliardi di euro già pagati, ha proseguito, le risorse certificate ammontano a 21,8 miliardi, il 43% del totale dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali. “Non appare particolarmente problematico il raggiungimento del target fissato per il 31 dicembre 2021 di 16,2 miliardi per la sola quota europea per i fondi strutturali” ha spiegato Carfagna, ma “investire e rendicontare 29,7 miliardi da qui al 2023, in una stagione in cui tutti i livelli di governo saranno contemporaneamente impegnati nell’attuazione del PNRR, sarà – per il ministro – una prova di solidità efficienza e serietà dell’intero sistema Paese”. Nell’ottica di un incremento delle capacità di programmazione, il ministero per il Sud intende rafforzare il ruolo dell’Agenzia per la coesione, per renderla principale strumento di assistenza e, in caso di necessità, di supplenza alle amministrazioni locali nell’attuazione delle politiche di coesione. “Tanto più l’investimento dei fondi strutturali europei diventa una corsa alla rendicontazione della spesa dell’ultimo anno o dell’ultimo mese – ha ammonito – tanto più si indebolisce l’efficacia della politica di coesione. A fare la differenza per gli obiettivi di sviluppo e crescita è la qualità della spesa e degli investimenti.”

Quanto al ciclo 2014-2020 in fase di chiusura, secondo Carfagna un peso importante è rappresentato dalla riprogrammazione delle risorseper il contrasto della pandemia, che ha riguardato circa 12 miliardi dei fondi strutturali. Gli effetti positivi di questa riprogrammazione saranno legati alla nostra capacità di rendicontazione, ha spiegato: se lo faremo entro il 30 giugno, ha spiegato il ministro, le spese saranno rimborsate al 100%, in caso contrario solo all’80%. Quanto alla nuova programmazione per il 2021-2027, da 83 miliardi complessivi, secondo Carfagna “dovrà contenere correttivi sostanziali per evitare che anche nel futuro le risorse stanziate siano parcheggiate o spostate nei POC, e cioè i programmi complementari. “Ci apprestiamo a notificare alla Commissione Ue il nuovo accordo di partenariato non appena approvato e pubblicato il regolamento specifico”. È stato invece già inviato a Bruxelles il documento di programmazione dell’iniziativa React EU su cui, ha fatto sapere Carfagna, i commissari hanno espresso apprezzamento pochi giorni fa. Nel documento “è stata esplicitata la quota destinata al Mezzogiorno – ha sottolineato il ministro – pari al il 64,3%”, e i programmi sono stati selezionati in un numero limitato sulla base di efficacia e rapidità di attuazione.

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