“Con riferimento alla richiesta di reperimento di risorse finanziarie aggiuntive per accrescere il contingente di operatori volontari del servizio civile, informo che ho dato mandato al Dipartimento per le politiche giovanili di effettuare un’attenta azione di rendicontazione per accertare economie di gestione, in modo da poter finanziare ulteriori programmi di intervento di servizio civile. Al termine di questa operazione, sono stati accertati 43,4 milioni di euro e sono stati quindi individuati ulteriori programmi e progetti da finanziare nell’annualità 2021: 102 programmi in più, di cui 92 in Italia e 10 all’estero”. Così la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone stamattina in Aula alla Camera rispondendo al question time a un’interrogazione di Vittoria Baldino (M5S) che chiedeva al governo iniziative per rafforzare il servizio civile. Questi fondi, ha evidenziato il ministro, hanno consentito dunque di pubblicare “il 25 gennaio scorso, un bando integrativo rispetto a quello precedente del 14 dicembre 2021, con il quale sono state impegnate tutte le risorse disponibili ed è stato ampliato il numero di posizioni per operatori volontari di oltre 8.126 unità arrivando complessivamente a 64.331 volontari da impegnare in progetti di servizio civile in Italia e all’estero, il numero più alto mai registrato in termini di ragazzi che hanno avuto la possibilità di effettuare il servizio civile universale”.
Per il 2022, ha anticipato la titolare del dicastero, le risorse finanziarie utilizzate per l’attuazione dei programmi di intervento per il servizio civile sono pari “a 330 milioni di euro” (incluse quelle del PNRR), da aggiungere a quelle destinate al progetto di servizio civile digitale pari a 55 milioni di euro per il triennio 2022-2024, e gli stanziamenti dedicati al servizio civile ambientale pari a 10 milioni di euro per la prima annualità.
Il ministro ha poi fornito alcuni dati: tra i 18 ed i 28 anni (l’a fascia d’età cui si rivolge il servizio), i giovani maturano “nuove prospettive e opportunità che li inducono a non iniziare o ad interrompere il progetto di servizio civile per il quale si sono candidati, soprattutto se vengono chiamati dopo un lungo lasso di tempo rispetto a quando hanno presentato la domanda”. Per questi motivi, ha assicurato, “nella prossima programmazione triennale 2023-2025, è stato chiesto al Dipartimento uno sforzo in termini di semplificazione e di accelerazione, proprio per contrarre le tempistiche e ridurre il fenomeno dei mancati avvii, della riduzione dei progetti approvati e delle rinunce”. Ad esempio, ha detto, nel 2020 “sono quasi 6.500 i mancati avvii, pari all’11,2 per cento, con punte che sono arrivate nel 2018 e nel 2019 quasi al 20 per cento. Anche il tasso di interruzione dei progetti (il cosiddetto abbandono) da parte degli operatori volontari, è stato nel 2020 pari al 12,2 (quindi parliamo di circa 6.000 ragazzi), con punte però nel 2018 del 18,9 per cento e nel 2019 del 16,7 per cento“.
Quanto alle agevolazioni per entrare nel mercato del Lavoro, secondo Dadone sono “rappresentati dall’attestazione di completamento dell’attività di servizio civile, dalla certificazione delle competenze acquisite, e dall’utilizzo del tutoraggio” e ha assicurato l’impegno in questa direzione e a disporre “ogni misura di semplificazione dei processi e dei procedimenti, azione che si pone come prioritaria per i prossimi cicli”.