Sette eventi per sette princìpi, la chiave è la sostenibilità. Parla Attilio Dadda, vicepresidente Legacoop

Nato da un’idea dell’Ufficio Sostenibilità&Cooperazione di Legacoop nazionale, quello dei sette eventi per sette princìpi è un percorso che consente all’Associazione di sentirsi “parte di un dibattito, di un movimento, di un sistema, di una rete di relazioni basata sulle persone e sulla complessità del mondo cooperativo, fatto di uomini e donne di ogni angolo del pianeta che ragionano per dare risposte ai problemi del mondo usando uno strumento non di capitale o di quota, ma di partecipazione delle persone, di sommatoria delle energie individuali messe in comune. La sostenibilità è il concetto chiave attorno al quale tutto questo percorso si articola e che racchiude tutte le sfide”. Così Attilio Dadda, vicepresidente di Legacoop Nazionale, presidente di Legacoop Lombardia e membro del board dell’International Cooperatives Alliance (ICA), con cui abbiamo parlato del coinvolgimento dei cooperatori e delle cooperatrici di Legacoop, che andrà avanti fino al 41° Congresso nazionale che si terrà a Roma dal 2 al 4 marzo, nel processo internazionale di consultazione lanciato dall’ICA per la revisione dei 7 princìpi cooperativi. 

Ricordiamo che è possibile dare il proprio contributo partecipando alla consultazione online messa a disposizione da Legacoop nazionale a questo link e i cui risultati saranno presentati durante il Congresso nazionale. Sono stati scelti sette Congressi, tra quelli che si stanno tenendo nei territori in vista dell’appuntamento nazionale, per discutere di ciascuno dei princìpi, con una sessione dedicata. L’obiettivo: riflettere sull’identità cooperativa tramite momenti partecipativi di discussione, contribuendo al dibattito internazionale sulla revisione dei sette princìpi del movimento. Durante i sette eventi, ogni principio verrà analizzato e messo in discussione in relazione alle sfide del nostro tempo. Ciascun territorio scelto ha deciso di svolgere una giornata seminariale preparatoria, propedeutica alla discussione sul principio loro assegnato che si svolgerà durante il relativo Congresso regionale (vedi notizia del 13 gennaio 2023).

Il ruolo della sostenibilità

Secondo Dadda, i princìpi devono essere attualizzati in chiave di “sostenibilità ambientale, sociale, economica. Può sembrare assurdo parlare di tutto ciò all’interno di una struttura datoriale come Legacoop”, è il suo commento, “invece si tratta di un ragionamento strategico: se non vogliamo solo fare marketing, cioè vendere che siamo sostenibili, come fatto in passato, dobbiamo esserlo nel pratico, nel nostro lavoro di tutti i giorni. Non possiamo accettare, per esempio, che l’impiego di idrocarburi, il consumo di suolo, che le pratiche insostenibili in generale facciano parte della vita quotidiana delle cooperative. Serve un salto generazionale definitivo, un cambio di passo da cui non si torni più indietro”.

L’articolazione del percorso

“Alla parola revisionare”, commenta Dadda, “preferirei il termine rivisitare, parlando dei sette princìpi. Lo scopo è metterli di fronte alle nuove sfide e verificare se siano ancora coerenti. Ci hanno guidato fino a qui, dunque la nostra sfida è renderli applicabili alle trasformazioni del mondo e farlo raccogliendo il contributo di tutti, in un percorso che non dia nulla per scontato, che sia un’escursione aperta mentalmente e culturalmente, senza pregiudizi e preconcetti”. Secondo Dadda “non dobbiamo fare del bullismo culturale, non è detto che i movimenti cooperativi che hanno una storia maggiore, come quello italiano, abbiano necessariamente le soluzioni in tasca, per questo nel percorso di revisione dobbiamo dar voce anche alla cooperazione più giovane”.

Nell’ottica di promuovere un percorso aperto per la revisione dei princìpi, Legacoop, spiega il vicepresidente, ha deciso di valorizzare la sua articolazione in associazioni territoriali autonome. “I sette territori scelti come luogo di dibattito sono la fonte delle idee che porteranno al risultato finale e alla visione dell’associazione nazionale, quindi la rilettura locale porterà a quella nazionale, e poi di conseguenza internazionale”.

Quanto ai lavori delle prime tre giornate seminariali che si sono già svolte (11 gennaio Emilia-Romagna, 16 gennaio Friuli-Venezia Giulia, 18 gennaio Lazio, 19 gennaio Campania), Dadda ha fatto sapere che i cooperatori “non hanno affrontato una sfida accademica, è stata una sfida coinvolgente di cooperatori che hanno sì reinterpretato il valore profondo dei singoli princìpi, ma lo hanno anche tradotto in quello che è il loro lavoro quotidiano, riportandolo anche in una versione autocritica molto interessante e a tratti divertente, con un po’ di testa e un po’ di cuore. Durante i  tavoli di lavoro”, ha spiegato, “è stato utilizzato un metodo che si ripeterà anche nelle quattro giornate seminariali successive. Sono state poste tre domande: una domanda sul principio, che interroga sulla sua utilità e attualità; una domanda legata ai pilastri del documento congressuale, cioè come il principio si relaziona alle sfide del movimento cooperativo nel nostro tempo; l’ultimo quesito riguarda l’eventuale necessità di correggere il principio per adattarlo alle esigenze del contesto nazionale italiano e chiede se le correzioni sono utili o di intralcio al dibattito globale”. 

Gli esiti nazionali e globali

Nella fase congressuale nazionale, Legacoop deciderà come restituire ai movimenti cooperativi internazionali le proprie idee sui nuovi princìpi cooperativi. Innanzitutto, annuncia Dadda, “lo farà ospitando al Congresso l’intervento di Ariel Guarco, presidente di ICA. Poi si confronterà con le altre due centrali cooperative italiane, Confcooperative e Agci e comunicherà come, secondo la propria visione, i sette princìpi possono essere rivisitati in base alle sfide del nostro tempo. Non esistono ancora dei documenti definitivi sulla revisione”, ha chiarito, “quello che stiamo facendo è raccogliere dai sette seminari le idee di tutti, che al Congresso nazionale alimenteranno la discussione e porteranno a delle formule emendative dei princìpi che saranno consegnate all’ICA e che conterranno la visione italiana”. Potenzialmente “è tutto aperto”, continua Dadda, “in seguito l’ICA deciderà come concretizzare la rivisitazione dei princìpi, tramite nuove interpretazioni di questi o con una vera e propria riscrittura. Tutto il lungo percorso, iniziato con il 33° Congresso dell’ICA nel dicembre 2021 a Seoul, dovrebbe concludersi nel 2024, in un nuovo Congresso mondiale ICA”.

Il coinvolgimento sulla consultazione riguarda tutti i movimenti cooperativi mondiali, ha spiegato infine il vicepresidente Legacoop, proprio per il suo spirito di apertura. “Partecipano i giovani movimenti delle economie in via di sviluppo come quello nordafricano, quelli asiatici come India e Corea, ma anche i movimenti del Canada e dell’Australia. Noi europei rappresentiamo l’area storica, quella di origine della cooperazione, ma al nostro interno ci sono differenze. Si può dire che gli italiani e gli spagnoli condividono una visione aperta e critica, il lato anglosassone è più conservatore e accademico. Questa diversità di approcci e di contributi, conclude Dadda, “arricchisce la discussione e la rende vera, solo una strategia inclusiva e universale potrà portarci a un risultato efficace”.

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