L’inquinamento è la seconda più grande minaccia ambientale dopo il riscaldamento globale. Secondo i dati dell’Agenzia europea per l’Ambiente, in Europa causa circa 440mila decessi nel solo 2019. Per questo è fondamentale che aziende dell’industria, dell’agricoltura e della zootecnia – ma non solo – installino sistemi di monitoraggio continuo sulle fonti emissive, migliorino la gestione dei liquami zootecnici e vadano anche oltre, immaginando ad esempio nuovi e più sostenibili sistemi di gestione dei rifiuti connessi alla possibilità di produrre energia pulita.
In alcune realtà, questa consapevolezza è nata già da tempo. Dal 2007 la cooperativa Nautilus, infatti, con il sostegno di Legacoop Lazio, è attiva in tutta Italia per supportare le aziende in questo processo. Tre ingegneri e un biologo, infatti, hanno formato un team specializzato nella valutazione dei rischi negli ambienti di lavoro e di vita (amianto, polveri, radon, rumore), nella valutazione di impatto ambientale e negli studi di ricaduta al suolo degli inquinanti emessi in atmosfera, nella progettazione della bonifica di siti contaminati, ma anche nella progettazione e gestione di impianti chimici industriali, di trattamento e o smaltimento dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, nonché nella gestione di impianti di depurazione, di regimazione e trattamento delle acque meteoriche, nella progettazione e certificazione nel settore energetico con relative diagnosi, nei servizi associati al D.Lgs 81/08 – sicurezza negli ambienti di lavoro, compresa la normativa antincendio e Seveso (sui grandi rischi Industriali).
Per guidare e tutelare le aziende italiane nella complessa e fitta rete di normative vigenti in materia di diritto ambientale, la cooperativa fornisce ai suoi clienti anche assistenza legale, in collaborazione con degli esperti in materia. La vera forza di questi professionisti: la forma cooperativa. “Siamo una cooperativa di tipo B ovvero quelle imprese che hanno almeno il 30% dei soci che sono soggetti svantaggiati” racconta la presidente della Nautilus, Francesca Marchione.
L’esperienza del gruppo è nata ben prima di fondare l’impresa. “Quando lavoravamo per una società attiva nello stesso settore – spiega Marchione – io ero dipendente, i miei attuali colleghi erano libero professionisti. Ben presto abbiamo capito che potevamo cavarcela da soli- ha raccontato la presidente, specializzata nell’ottimizzazione dei consumi energetici per le aziende e nel settore antincendio. Già allora avevamo tutti delle buone competenze professionali, grazie anche alle società che ci hanno introdotto nel campo ambientale e della sicurezza sul lavoro, ma eravamo tutti anche molto intraprendenti e alla ricerca di indipendenza. Gli studi tecnici e l’esperienza diretta con il settore produttivo ci ha spinto ad andare oltre” dice. Così, iper-specializzati e competenti, hanno puntato tutto sulla loro professionalità e sulla cooperativa per poter dar vita a una impresa dinamica e capace di agire sul mercato mettendo a frutto le idee di una squadra di amici cresciuti nella volontà e nella convinzione di poter fare di più. “Noi mettiamo il cervello e la cooperativa mette tutto il resto. La cooperativa tra l’altro fornisce ai soci tutto il software e hardware necessario, strumenti da campo per le misura di grandezze fisiche e chimiche, garantisce che tutto sia manutenuto e tarato come previsto dalle norme. Il che non è poco costoso” spiega.
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