È stata approvata ieri all’unanimità dalla commissione Lavoro della Camera la risoluzione di Niccolò Invidia (M5S) sull’adozione di una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro, atto annunciato l’11 maggio e la cui formulazione conclusiva, condivisa da tutte le forze politiche, è stata redatta in tempi brevissimi. Parere favorevole ieri è stato espresso anche dall’esecutivo, per cui in commissione era presente il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha indicato due strade da percorrere per rimuovere i fattori di rischio per i lavoratori: in primo luogo, andrà riaffermata la dignità del lavoro “a prescindere dai ruoli dei singoli lavoratori”; in secondo luogo, dovrà essere assicurata l’effettiva applicazione delle regole sulla sicurezza, anche tramite il potenziamento delle attività ispettive. Ha quindi annunciato che il governo intende completare la cornice normativa in materia con interventi mirati sui settori del lavoro marittimo, del lavoro nei porti e sulle navi da pesca, del trasporto ferroviario e del trasporto su gomma. Ha infine sottolineato che dovranno essere anche le imprese a fare la loro parte: se sarà adottato uno specifico piano per la sicurezza sul lavoro, ad esempio, sarà richiesto a tutta la filiera di garantire la “qualità del prodotto”, e cioè il rispetto delle norme di sicurezza. Infine, Orlando ha sottolineato il suo futuro impegno nella vigilanza nel settore dell’edilizia: l’introduzione del superbonus per le ristrutturazioni ha datto vita ad un significativo aumento della domanda, a cui “potrebbe corrispondere un allentamento del rispetto delle regole e un aumento del rischio per i lavoratori”.
Quanto alla risoluzione, nel documento sono riportati una serie di dati dell’Inail relativi agli infortuni sul lavoro: nel 2020 sono state 554.340 le denunce di infortunio, con un calo del 13,6 per cento rispetto alle 641.638 del 2019; per le denunce di infortunio con esito mortale i dati Inail riferiti all’anno 2020 evidenziano una crescita eccezionale, del 16,6 per cento, per un valore assoluto di 1.270 casi rispetto ai 1.089 del 2019; è stata invece registrata una riduzione del 30,1 per cento degli infortuni con esito mortale avvenuti in itinere, passati dai 306 casi del 2019 ai 214 casi del 2020. Tra gennaio e marzo 2021 si sono rilevate complessivamente 128.671 denunce di infortunio, con una riduzione dell’1,71 per centorispetto al corrispondente periodo dell’anno 2020; 185 le denunce di infortunio con esito mortale, a fronte delle 166 del 2020, con una crescita dell’11,45%.
L’impegno generale rivolto al governo riguarda l’adozione, sulla base di un confronto con tutte le istituzioni territoriali e le parti sociali, un piano organico per lo sviluppo di una strategia nazionale per la sicurezza sul lavoro, che aumenti i livelli di sicurezza, a tutela della dignità dei lavoratori, attraverso misure che incidano sui diversi settori rilevanti per assicurare adeguati livelli di protezione. Tra gli impegni chiesti all’esecutivo segnaliamo: prevedere agevolazioni fiscali per incrementare la formazione continua del personale e per favorire il rinnovo dei macchinari; sostenere gli investimenti per l’ammodernamento delle imprese agricole ed edili, promuovere l’incremento dei livelli di qualità dell’organizzazione aziendale, nel quadro dei processi di innovazione legati anche alla transizione ecologica e digitale, aggiornare l’attuale quadro normativo sulla materia rafforzando le tutele per i lavoratori.