La notizia di un ridimensionamento del personale all’interno di Forlì Airport suona come un campanello d’allarme, specialmente in un momento in cui il traffico aereo presenta segnali di forte ripresa. Nonostante la difficile situazione internazionale, infatti, l’Airports Council International Europe prevede che il traffico passeggeri nel 2023 raggiungerà il 95,5% dei volumi pre-pandemia e che la ripresa completa del traffico passeggeri avverrà nel 2024, un anno prima rispetto alla precedente ipotesi. Secondo ACI Europe la domanda di viaggi di piacere e di visite ad amici e familiari sta guidando l’evoluzione delle reti di rotte aeree, con grande vantaggio per gli aeroporti che servono destinazioni locali, a scapito dei grandi hub.
In tale scenario, e data l’attuale frammentazione, la Romagna rischia di uscire indebolita nei confronti della concorrenza proveniente dai territori vicini. Per intercettare questi cambiamenti e proporsi in maniera efficace, infatti, sarebbe necessario consolidare le risorse e l’offerta dei soggetti esistenti.
Non più tardi della scorsa primavera il Sindaco di Rimini, Jamil Sadegholvaad, propose ai due aeroporti della Romagna di incontrarsi per avviare un percorso di confronto. L’idea venne fatta propria anche dal Sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, mentre altre associazioni come Confindustria Romagna hanno avuto modo a più riprese di affermare l’esigenza di un nuovo quadro di collaborazione, in cui consolidare le risorse esistenti.
Legacoop Romagna torna a chiedere di procedere in quella direzione, con urgenza. Le istituzioni della Romagna devono tornare a porsi l’obiettivo di un coordinamento in cui prendere decisioni condivise che supportino il sistema economico nel suo complesso. Un sistema aeroportuale unificato, che integri le piste di Forlì e Rimini sotto una visione strategica e imprenditoriale, potrebbe rappresentare un salto di qualità deciso.