“Sì, intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura” di teatri, cinema e spettacoli dal vivo, “stiamo lavorando per consentire le riaperture nella misura massima possibile“. A impegnarsi in questo senso è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini mercoledì in Aula alla Camera dove ha risposto al question time al deputato di Italia Viva Mattia Mor. “Il settore è stato colpito duramente – ha ammesso il titolare del MIC -; ha avuto sostegni significativi, ma sta attraversando una sofferenza enorme”.
Il ministro ha ricordato che è già in vigore una norma che prevede che, in zona gialla, sia prevista la riapertura in via definitiva dei musei, e l’apertura di cinema e teatri con delle condizioni e dei protocolli di sicurezza molto dettagliati, preparati e scritti con le organizzazioni di categoria che Franceschini ha dichiarato di aver incontrato due giorni fa. “Ho incontrato – ha aggiunto – il Comitato tecnico scientifico e, in una lettera, ho chiesto, nelle zone gialle, di ampliare la capienza dei locali”. Ad oggi, è prevista la possibilità di riaprire con il 20 per cento dei posti di una sala al chiuso, al massimo 200 persone, al massimo 400 persone all’aperto, “ho chiesto al CTS di potere passare al 50 per cento della capienza, fino a 500 persone al chiuso e fino a mille persone all’aperto, con la possibilità, alle regioni, come è stato l’anno scorso, di dare deroghe per luoghi particolari che consentano di avere una capienza maggiore, magari anche con misure di precauzione maggiori”. Qualora venisse prevista la riapertura degli stadi per partite di calcio, ha avvertito il ministro, “se nello stesso luogo si svolge un concerto, le regole devono essere identiche. Non ci possono essere differenze, perché non si va in base all’importanza dell’evento o al valore dell’evento, ma si va in base a delle regole che devono essere uguali per tutti”.
“Credo dovremmo puntare sui prossimi mesi che si prestano in Italia a una serie di eventi all’aperto“, ha poi suggerito Franceschini. “Riapriranno anche in condizioni di sicurezza i luoghi al chiuso, ma abbiamo la grande possibilità di avere una stagione all’aperto“, perché, ha concluso, “noi abbiamo un grande bisogno, come Paese, di avere le nostre piazze, le nostre strade, le nostre arene piene di musica, piene di cinema, piene di teatro, pieni di danza, piene di attività culturali. È anche un modo di far ripartire emotivatamente il Paese”.