Stato e mercato nell’emergenza Covid: Ipsos-Legacoop, italiani favorevoli all’intervento pubblico; preferenza per imprese che mettono al centro la persona. Lusetti: “nuova economia, non perdere un’altra occasione”

Roma, 2 dicembre 2020 – All’indomani della crisi sanitaria, gli italiani si pronunciano in larghissima maggioranza a favore di un intervento diretto del pubblico nella gestione dei servizi alla persona e alle famiglie e, in caso di affidamento a soggetti privati, esprimono una chiara preferenza per le imprese che mettono al centro la persona e i suoi bisogni anziché il profitto, con un’indicazione specifica per le cooperative in determinate attività.

È quanto emerge da un sondaggio condotto nell’ambito dell’Osservatorio Legacoop, ideato e realizzato dall’Area Studi dell’associazione insieme con il partner di ricerca IPSOS per osservare l’evolvere degli andamenti e delle percezioni dell’opinione pubblica italiana su alcuni fenomeni economici e sociali di interesse per la cooperazione, e per sondare il gradimento delle misure e dei provvedimenti in fase di ideazione, realizzazione e proposta.

I settori per i quali è più forte la richiesta di una gestione dei servizi prevalentemente realizzata da aziende pubbliche sono la scuola e la sanità (indicate dall’89% degli intervistati, con punte del 94% al Centro Nord), seguite dalla distribuzione dell’acqua (85%), dalla gestione ambientale (80%), dalla cultura (77%), dalla costruzione e gestione di case popolari (74%), dai trasporti locali (70%), dall’assistenza domiciliare (70%), dalla distribuzione di gas ed energia elettrica (64%) e dalle mense scolastiche (60%, con una punta del 71% al Centro Nord).

Agli intervistati è stato poi chiesto di esprimere una indicazione sulla tipologia di imprese alle quali potrebbe essere prioritariamente affidata la gestione dei servizi pubblici. Il 45% ha detto di preferire le imprese che non mettono al centro il profitto e la divisione degli utili, ma la persona e i suoi bisogni (indicazione preponderante tra gli over 50, nel Centro Nord e nel ceto popolare), il 28% qualunque soggetto privato purché fornisca il servizio ed il 24% le imprese che investono nel welfare per i propri dipendenti (preferenza maggioritaria nel Sud e isole). Significativa la percentuale (33%, con incidenza maggioritaria nel Nord Ovest) di chi affiderebbe comunque la gestione dei servizi solo ad aziende pubbliche.

“Nei momenti di difficoltà le persone osservano con lucidità le proprie urgenze” – afferma Mauro Lusetti, presidente della Lega nazionale delle cooperative – “L’emergenza sanitaria ha mostrato drammaticamente l’importanza di alcuni beni pubblici, prima fra tutti la sanità. In questa luce occorre progettare il futuro e l’economia dopo la pandemia. Non è un caso se osserviamo montare la richiesta di un nuovo rapporto tra stato e mercato. Certo, in alcuni ambiti il pubblico continua a rassicurare i cittadini. Ma è altrettanto chiaro che nei servizi alla persona, cresce la fiducia, e anzi la richiesta, di un privato responsabile e sociale. Prepariamoci fin da ora per rispondere a queste nuove domande: dovremo ricostruire una nuova economia, per non perdere un’altra occasione, come dopo la crisi del 2008”.

Dal sondaggio è inoltre venuta un’indicazione specifica per le cooperative come imprese più adatte per la gestione dei servizi in determinate aree di attività. Agli intervistati sono stati proposti alcuni settori di attività ed è stato chiesto se la gestione dei servizi dovrebbe essere prevalentemente realizzata da aziende cooperative, spa private o multinazionali.

Le cooperative sono risultate come la tipologia preferita nelle mense scolastiche (58% delle indicazioni contro il 32% per le Spa e il 10% per le multinazionali), nell’assistenza domiciliare (57%, contro 32% e 11%), nella costruzione e gestione di case popolari (48% contro 37% e 15%), nella scuola (46% contro 38% e 16%), nella cultura (46% contro 38% e 16%), nella gestione ambientale (45% contro 35% e 20%).

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