Trent’anni di Fairtrade Italia, Palazzo Moroni a Padova ospita “La casa foresta”, una mostra fotografica dedicata ai coltivatori di noci dell’Amazzonia

Fino a venerdì 25 ottobre nel Cortile Pensile di Palazzo Moroni, sede del Comune di Padova, sarà possibile visitare la mostra fotografica “La casa Foresta” realizzata con gli scatti della fotografa boliviana Wara Vargas.

Promotrice è Fairtrade Italia, impresa sociale associata a Legacoop Veneto che gestisce per il nostro paese il marchio del commercio equosolidale Fairtrade, assicurando migliori condizioni di vita per i lavoratori delle comunità di coltivatori di prodotti quali cacao, caffè e banane, così come delle noci dell’Amazzonia.

Sviluppata nell’ambito del progetto “Equo e glocale” e realizzata grazie al contributo della Regione del Veneto, l’installazione coincide con i festeggiamenti per i 30 anni dell’impresa sociale, che ricorrono il prossimo 24 ottobre. Si tratta di un percorso composto da 20 pannelli che testimoniano la vita e il lavoro dei raccoglitori e le raccoglitrici di noci dell’Amazzonia boliviana. Gli scatti hanno immortalato le comunità di Carmen Alto, Alta Gracia e Triunfo, situate nella regione del Beni ai confini col Brasile: un territorio immerso nella vegetazione, che occupa il 43% della superficie nazionale e in cui convivono 29 popoli indigeni occupati in attività di caccia, pesca, raccolte e piccole colture. Nella raccolta della castaña, da cui deriva la noce dell’Amazzonia, è coinvolto il 60% della popolazione.

La storia di Fairtrade Italia. Fondato a Verona nel 1994, il consorzio trasferisce in seguito la propria sede a Padova dove cresce e si sviluppa in un contesto molto florido per lo sviluppo dell’economia sociale del territorio. Dopo le prime esperienze di importazione di caffè per la grande distribuzione, negli anni la gamma dei prodotti disponibili con la certificazione si amplia moltissimo. Ad oggi in Italia sono in commercio circa 2.500 prodotti con il marchio Fairtrade e il valore del venduto nel nostro paese supera i 500 milioni di euro. I prodotti si possono acquistare in tutti i principali supermercati e negozi di vicinato, ma si trovano anche in mense e macchinette automatiche.

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