Nel corso degli incontri di questa settimana con i sindacati e le rappresentanze delle imprese, il ministro degli Affari europei e il PNRR ha delineato la strategia che porterà alla modifica del Piano e alla rimodulazione dei fondi strutturali europei. Il primo passo da compiere dovrebbe essere quello della riprogrammazione dei fondi di coesione 2021-2027, basati su un accordo di partenariato del 2019 e quindi non più attuabile, e delle rimanenze del bilancio 2014-2020, per i quali si attende – entro il 21 novembre – il resoconto delle risorse non impegnate da parte delle Regioni. Viene confermata l’intenzione di eliminare gli interventi che risultano non realizzabili nei tempi previsti per dar spazio a opere energetiche. Ciò verrà fatto analizzando nel dettaglio la fattibilità e il rapporto costi-benefici di ogni singolo intervento, e in totale trasparenza e apertura nei confronti della Commissione UE.
Nessun grande stravolgimento per le formazioni tecniche, che sono state confermate in modo da non creare stravolgimenti, e quindi probabili rallentamenti, in vista degli obiettivi da conseguire nel 2023. Tutte le unità di Missione, con i loro dirigenti tecnici, restano dunque invariate.
Per quanto riguarda le ipotesi di rifinanziamento del RepowerEU i percorsi possibili sono tre: utilizzare la quota italiana del sistema di scambio di emissioni (ETS), spostare i fondi della Politica agricola comune, al momento accantonata, e cancellare le opere irrealizzabili così da liberare risorse.