“La speranza era quella di approvare il decreto ministeriale sulle CER entro luglio, poi c’è stato un blocco in Commissione UE e quindi dovremmo chiudere la trattativa e pubblicare il testo entro fine settembre. Con il decreto in vigore e quindi con le regole definitive, la stima che facciamo è quella di riuscire a creare 15-20mila CER nel Paese”. Ha esordito così il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin alla conferenza di presentazione del vademecum sulle Comunità energetiche elaborato dal Gestore dei servizi energetici (GSE) in collaborazione con ANCI (Associazione comuni italiani), che si è svolta mercoledì 13 settembre a Roma presso l’Auditorium del Gestore. “Si tratta sicuramente di un cambiamento epocale nel modello di consumo energetico, che modifica radicalmente il rapporto fornitore-cliente che è stato in vigore fino a oggi, e il coinvolgimento del mondo non-profit in questo processo è un tassello fondamentale.”
Secondo Pichetto Fratin, “dobbiamo fornire a tutti i soggetti coinvolti un modello informativo, basato sulla normativa in vigore, che li supporti nell’approccio alle CER tenendo conto della propria natura: Srl, cooperative, associazioni, famiglie, Comuni hanno caratteristiche proprie e vanno accompagnati per evitare che avviino una comunità energetica in maniera superficiale. Abbiamo parlato con Unioncamere per ideare un progetto in questa direzione”. Oltre alle CER, Pichetto ha accennato al nuovo decreto legge sull’energia che sarebbe in preparazione e dovrebbe essere discusso in un prossimo Consiglio dei ministri. Ha fatto sapere che “è in corso un’ipotesi di ragionamento sulle grandi aree marine in cui installare due ulteriori GW di eolico offshore”. Quanto alle aree di terra idonee all’installazione di eolico e fotovoltaico, ha fatto sapere che “è stato raggiunto un accordo con il ministero della Cultura”.
All’evento ha preso parte il presidente del Gestore dei servizi energetici (GSE) Paolo Arrigoni, che ha commentato: “Le CER rappresentano un driver straordinario, importante per la transizione green perché promuovono e attuano lo sviluppo sostenibile e rappresentano un significativo impulso alla diffusione di impianti di energia rinnovabile, che significa diminuzione delle fonti fossili. Ieri il Parlamento UE”, ha fatto sapere Arrigoni, “ha approvato, dopo un braccio di ferro molto lungo, la direttiva RED III, che aggiorna la RED II e stabilisce al 2030 il target minimo del 42,5% di energia da fonti rinnovabili nei consumi di ogni Stato membro. Le CER sono un acceleratore per il cambio di paradigma che riguarda il sistema energetico italiano. Fino a pochi anni fa avevamo poche migliaia di impianti, con le CER la produzione sta invece diventando sempre più decentrata”.
“Le finalità delle CER sono molteplici”, ha continuato Arrigoni: “Riducono il costo delle bollette e combattono il caro energia; favoriscono la lotta alla povertà energetica; favoriscono la cultura della sostenibilità; consentono di ridurre la CO2. In attesa del decreto ministeriale che è stato notificato dal MASE alla Commissione UE e su cui sono in corso interlocuzioni”, ha fatto notare, “già oggi in Italia, grazie alla disciplina transitoria introdotta col decreto Milleproroghe 2019, sono state realizzate e certificate 85 configurazioni di autoconsumo, di cui 64 collettive (condomini, centri commerciali) e 21 individuali. Dunque oggi, a normativa vigente, possono essere sviluppate CER e configurazioni di autoconsumo, ma è ovvio che, con l’approvazione del DM e la sua attuazione, ci sarà un innalzamento del perimetro territoriale (dalla cabina secondaria alla cabina primaria), un ampliamento della platea dei soggetti coinvolti (enti del Terzo settore, enti di ricerca, istituzioni religiose), una maggiore potenza degli impianti (da 200kw a 1 mw) e la possibilità per i proponenti di scegliere tra diverse tipologie di configurazioni”.
“Abbiamo già abbozzato le regole operative per le CER, su cui a giugno-luglio abbiamo effettuato una consultazione e che dovranno essere approvate entro 30 giorni dal via libera al DM che stiamo aspettando”, ha ricordato infine Arrigoni. “Entro 45 giorni dall’emanazione delle regole operative, il Gestore metterà online: il portale per l’invio delle richieste di accesso all’incentivo CER; un secondo portale, quello per le richieste di accesso al contributo in conto capitale PNRR per la creazione di CER in Comuni sotto i 5mila abitanti; un terzo portale per le richieste di verifica preliminare di ammissibilità, che non è un obbligo, ma un servizio che mettiamo a disposizione. Infine, un’ultima piattaforma che siamo chiamati a creare è quella che contiene l’elenco di tutte le cabine primarie: il sindaco che vuole configurare una CER, per capire se il produttore di impianti rientra nell’ambito della cabina primaria, inserisce l’indirizzo in piattaforma e avrà la risposta”.
“Proprio in questo solco abbiamo deciso di preparare questo vademecum con ANCI per favorire l’installazione di CER”, ha spiegato il presidente del GSE. “Il vademecum, che sarà pubblicato nelle prossime settimane, esplicherà il TIAD (Testo integrato sull’autoconsumo diffuso) elaborato dall’Arera, le tipologie di impianti e contratti possibili, come sviluppare una configurazione di autoconsumo, i possibili ruoli che Comune e sindaco che lo guida possono svolgere per promuovere le CER, anche per valorizzare il patrimonio pubblico. Sarà utile per stimolare le amministrazioni locali a fare una mappatura del proprio patrimonio pubblico e immobiliare e per decidere dove installare gli impianti. Il vademecum, completo di allegati”, ha chiarito Arrigoni, “ha valore divulgativo e non è vincolante, non deroga alla disciplina giuridica. Sarà soggetto a revisione periodica in base ai cambiamenti normativi”.