“Ogni Nodo è alimentato dagli altri ed è in grado di condividere con la rete le proprie esperienze, buone pratiche e stakeholder: tutto ciò ci permette di parlare di ecosistema digitale cooperativo, non chiuso al proprio interno ma aperto alla contaminazione”.
Il 22 e 23 maggio presso la sede nazionale della Fondazione PICO si sono riuniti i rappresentanti della rete dei Nodi PICO, provenienti dalla quasi totalità delle regioni italiane, per analizzare strategie, buone pratiche e smart attitude, oltreché tracciare le linee per le attività future. Come ha ricordato in apertura Giancarlo Ferrari, presidente della Fondazione, la rete PICO è un vero e proprio ecosistema dinamico: “Siamo una rete interconnessa” che ha visto riunite sotto lo stesso tetto associazioni territoriali, imprese digitali e partner innovativi.
Il ruolo dei Nodi, in particolare, è stato originariamente immaginato per svolgere sui territori di competenza attività relative a:
- Progettualità: supportare i progetti digitali delle imprese cooperative.
- Trasformazione: favorire la trasformazione digitale cooperativa.
- Rafforzamento: dell’ecosistema digitale e innovativo.
- Imprese digitali e partnership: coinvolgere e rafforzare le realtà partner.
- Sostenibilità: ovviamente digitale.
Rispetto a queste, la due giorni è stata occasione per identificare reciproche buone pratiche, attività migliorabili e nuovi percorsi condivisi.
Come è stato infatti ricordato, sebbene l’Italia sia tra gli ultimi posti per livelli di digitalizzazione in Europa, il mondo cooperativo italiano ha tuttavia già dimostrato grande interesse e partecipazione in progetti innovativi.
Hanno partecipato all’appuntamento, dal titolo “(S)Nodi da sciogliere” i Nodi provenienti da: Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Puglia, Sicilia e Umbria.