Workers buyout: alla firma un protocollo d’intesa tra Legacoop Veneto e Cgil, Cisl e Uil Veneto per promuovere lo strumento

Sono dieci i workers buyout (wbo) avviati e accompagnati da Legacoop Veneto nella regione negli ultimi quindici anni. Nuove imprese cooperative costituite da dipendenti o ex dipendenti di aziende venete fallite o in grave difficoltà, colpite dalla crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2008 e poi delle seguenti. Per le evidenti potenzialità dei wbo per il territorio, Legacoop Veneto e Cgil, Cisl e Uil Veneto hanno deciso di allearsi per promuovere la nascita di altre esperienze attraverso un protocollo d’intesa, che sottoscriveranno venerdì 23 febbraio, con il quale si impegnano a costituire un Osservatorio e a gestire in maniera congiunta percorsi di possibili wbo, anche per risolvere casi di difficile o impossibile passaggio generazionale.

Un modello di eccellenza riconosciuto come strumento di politica industriale, utile a salvare occupazione, competenze e pezzi significativi di economia del territorio, ma anche di politica attiva per il lavoro perché stimola il la partecipazione dei lavoratori e li trasforma in imprenditori di sé stessi. Uno strumento codificato da Legacoop Veneto sia nel complesso processo – dall’analisi alla valutazione e l’avvio –, che nel sistema di attori coinvolti: cooperazione, sindacati, istituzioni, attori bancari-assicurativi e strumenti finanziari.

Le esperienze di wbo avviate grazie a Legacoop Veneto e al suo supporto oggi contano eccellenze come D&C Modelleria Società Cooperativa (Vigodarzere), Cooperativa lavoratori Zanardi (Padova) e Levante Società Cooperativa Sociale (Padova) nel padovano; Kuni Società Cooperativa (Castagnaro) e Cooperativa Fonderia Dante (San Bonifacio) nel veronese; infine, nel veneziano, Sportarredo Group sc (Gruaro) e Cooperativa Damin (Venezia).

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